Nella lunghezza d’onda dell’infrarosso strane circostanze accadono. Oggi sono andato per boschi e malghe affardellato con cavalletto, zaino fotografico, con un filtro infrarosso e soprattutto con una domanda: cosa accade nei boschi o sulla sommità dei monti nell’infrarosso?
La fotografia all’infrarosso con una fotocamera digitale non è inizialmente difficile. Si tratta essenzialmente di un “trial by error”. Passato il periodo iniziale poi inizia il bello. Come diavolo si fa ad ottenere quello che si vuole e non a desiderare quello che si ottiene?
Viene incontro (sto descrivendo un fatto personale) l’impressione concreta che il tempo dedicato a questo tipo di fotografia è un arricchimento dell’immaginario fantastico che mi porto dentro. E’ come quando osservo sdraiato supino le nuvole che scorrono: sono storie che svolgono dentro di me ma contemporaneamente ad una altezza ben definita di migliaia di metri. Ecco oggi ho visto un mondo nuovo, appena nato e meraviglioso e anche la fine del mondo in un’apocalittica visione nucleare. Mi mancava che mi fossi poratto nello zaino un libro di H.Murakami.
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